Scrive Giuseppe Zaffarano, Presidente dell'Associazione Lavoro Over 40:
"L'Associazione Lavoro Over 40 da me presieduta, esprime disappunto, e lo dimostra con i dati, per non aver tenuto minimamente in conto, nelle ultime manovre varate dal governo (anche la ultima sulle liberalizzazioni e già ci sono anche i sentori per la prossima riforma del lavoro), il drammatico problema dei lavoratori Over 40 espulsi dal mondo del lavoro e con difficoltà al reinserimento." ( Leggi tutto)
Vi posto di seguito il link della lettera inviata il 23 gennaio scorso da Zaffarano al Ministro del Lavoro Elsa Fornero: http://affaritaliani.libero.it/static/upload/over/over40disoccupati_precari-def.pdf.
Già, siamo davvero messi bene, in Italia: da una parte i giovani che incontrano serie difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro e dall'altra persone in età più matura, che potrebbero essere i genitori dei giovani di cui sopra, che se perdono il posto rischiano di non rientrare più nel circuito lavorativo.
Ma cosa succederà, dove andremo a finire se fenomeni come questo non verranno affrontati per tempo, se non si penseranno delle soluzioni valide alla deprivazione economica e psicologica di milioni di persone?
Lo so, a te che leggi queste righe e sei un giovane studente universitario tutto sommato contento della sua vita, una mamma abbastanza soddisfatta della tua famiglia e del tuo part time in ufficio o un bancario cinquantenne che da quasi trent'anni ormai non ha più il pensiero di cercare un lavoro, tutto questo sembra una cosa lontana e che non ti riguarda ma questo lo hanno pensato anche tanti altri che poi si sono ritrovati a fare i conti con una realtà ben diversa.
Lo pensava, in fondo, anche il protagonista delle righe che seguono, prima di perdere il posto di lavoro.
Fa freddo, nella cucina della vecchia casa. Fa freddo e la legna per la stufa domani sarà finita. Speriamo che la ditta ci lasci portare via quei bancali ormai inservibili: se sono fortunato, Mario mi presterà la motosega e potrò farli a pezzi senza doverli tagliare con il segaccio, come l'ultima volta. Già, Mario: mi doveva chiamare oggi, per dirmi com'è andato quel colloquio di lavoro...speriamo bene, almeno per lui, almeno per uno. Almeno io non ho famiglia, non ho due bambini a cui provvedere. Strano che non si sia fatto sentire. Lo chiamerei io, ma non posso spendermi tutto il credito del cellulare: non ho mai fatto così tante telefonate come in questi ultimi sei mesi, per cercare lavoro, senza mai trovare altro che qualche oretta o qualche giorno, quasi sempre a nero.
Mi metto su un caffè, anche se è tardi: del resto, chi riesce a dormire prima della mezzanotte. I pensieri non vogliono darmi tregua. Accidenti, anche il caffè è quasi terminato: prima di venerdì niente soldi per la spesa, sempre che il vecchio Giuseppe mi paghi quei due giorni di lavoro che ho fatto per lui e suo figlio quasi due settimane fa. Tra poco ci sarà da pagare la bolletta della luce e anche la bombola del gas per i fornelli, se non voglio continuare a cucinare sulla stufa a legna...e i soldi non bastano, i soldi che forse avrò venerdì.
Almeno qualcuno rispondesse a una delle centinaia di domande di lavoro che ho inoltrato: mai niente.
Cercherò di vendere i mobili e i soprammobili che ho accumulato nel ripostiglio: rimetterò l'inserzione domani.
Se continua così, scriverò a quel locale italiano in Germania che cercava personale: sono fuori età, lo so, ma tentare non nuoce... e poi, che alternativa ho? ipotecarmi la casa per ottenere un prestito dalla banca?
Cristo, sto diventando matto! ma cosa succede, non c'è più lavoro in 'sto Paese? mi era già capitato di rimanere disoccupato, anni fa, ma se ti davi da fare qualcosa trovavi sempre. In realtà, molti che si dicevano disoccupati se la prendevano comoda, cercavano senza fretta un "lavoro consono": adesso, invece, altro che "consono", qua è già un miracolo se si trova un lavoro come quello che ho fatto per due settimane quasi tre mesi fa. Un lavoro infame, con un contratto ai limiti della legalità, pagato una miseria, squallido e faticoso, a fianco di altri disperati, con un capo ignorante come una capra che urlava sempre...solo il pensiero del carcere e la volontà di non passare dalla parte del torto mi hanno impedito di aspettarlo fuori, la sera, e di mostrargli quanto valeva la sua autorità fuori da quella fogna.
E adesso, a dormire. Sotto le coperte fa meno freddo e devo risparmiare la legna.
Piaciuto, il quadretto? era l'inverno del 2009 e il protagonista era chi scrive.
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A fronte di tutto questo, uno deve sentirsi dire che purtroppo è inevitabile, che sono tempi di crisi e che quindi un periodo di disoccupazione anche prolungato è quasi "fisiologico".
Questo nel mentre vengono buttate dalla finestra per ogni sorta di schifezze cifre incredibili di denaro pubblico e si tutelano ad oltranza intere categorie di garantiti.
Questo anche col beneplacito di milioni di imbelli incapaci di libero pensiero e di un benché minimo senso della propria dignità sociale e personale, che con il loro silenzio e la loro ignavia giustificano questo sconcio.
Quindi, anche tu donna, uomo o ragazzo che leggi queste righe, anche se ora, in questo momento sei lontana/o anni luce da situazioni come quelle sopra descritte, non crederti un'eccezione, un alieno a cui tutto questo non interessa, perché tanto a me non succederà mai: purtroppo può accadere anche a te, anche a tuo figlio, anche a tua madre o a tuo padre.
Allora, non restiamo a guardare: ora, subito cominciamo ad agire per frenare quest'ondata che potrebbe travolgere tanti fra noi.
Ci sono tanti modi per farlo: uno può anche essere semplicemente mettersi in contatto con noi di Qui Libera Italia per conoscerci, confrontarci ed eventualmente unirci in previsione delle azioni contro la disoccupazione e la precarietà lavorativa che il nostro gruppo metterà in campo nei prossimi mesi.
Scriveteci a perilfuturo@libero.it e assieme stabiliremo il da farsi.
Vi aspettiamo.
Renato Valusso