E' possibile fare qualcosa - da subito - per rendere meno "traumatico" il tema del debito pubblico?
L'obiettivo è : liberarci dall'urgenza e dalla paura per acquistare il tempo e la serenità che saranno comunque necessari a decidere meglio come affrontare, dopo, il problema strutturale.
Si vuole concentrare l'attenzione su due obiettivi raggiungibili in maniera semplice e indolore che dovrebbero interessare tutti:
1. pagare un tasso di interesse decisamente più basso e quindi sostenibile;
2. avere la ragionevole confidenza che le prossime emissioni e rinnovi saranno sottoscritte e lo saranno a condizioni accettabili.
Per raggiungere l'obiettivo è sufficiente rendere conveniente e sicuro l'investimento ai cittadini privati italiani. Rispettandone tutti gli interessi primari; senza chiedere loro sacrifici insostenibili; senza imporre alcuna soluzione forzosa; senza sconvolgere i rapporti internazionali.Vediamo come.
Anziché ricorrere solo a generici appelli, che pure hanno una loro validità, è corretto offrire qualcosa di più ai cittadini chiamati a sostenere il paese ed il bene comune. E' possibile offrire una garanzia reale al loro investimento. Una garanzia che trasforma completamente sia il profilo di rischio finanziario (la sicurezza), sia la convenienza dell'investimento.
Poche persone sono oggi consapevoli del fatto che i titoli di stato - in tutto il mondo, non solo in italia - non sono garantiti da nessun bene, da nessuna autorità e da nessuna procedura esecutiva. Se gli stati falliscono - è bene ricordarlo sempre - non c'è un giudice che viene ad ipotecare i beni dello stato per soddisfare i creditori. L'unica circostanza che spinge gli stati a pagare i debitori - oppure a cercare soluzioni concordate, come nel caso greco - è la necessità di continuare, nel futuro, a chiedere prestiti.
La garanzia reale che lo stato può offrire è il patrimonio pubblico, il cui valore è sicuramente superiore a quello del debito. Nel caso in cui lo stato non dovesse essere più in grado di pagare il suo debito, il patrimonio pubblico verrebbe utilizzato solo per soddisfare il credito dei cittadini italiani. Ma il fatto stesso del possesso dei titoli da parte dei cittadini allontana definitivamente l'ipotesi.
Le grandezze finanziarie ci sono tutte. Infatti, un'altra cosa poco nota e poco pubblicizzata è quella della strutturale solidità finanziaria complessiva del sistema Italia. Soprattutto nel confronto con altri grandi paesi nel mondo che godono immeritatamente di una fama - e di condizioni economiche - non corrispondenti al reale merito creditizio.Pochi paesi al mondo hanno un patrimonio pubblico di eguale valore. Ancora più consolante il fatto che a fronte di un debito pubblico complessivo di circa 2000 miliardi, la ricchezza privata complessiva delle famiglie italiane supera gli 8000 miliardi: quattro volte tanto. Nessun paese al mondo ha un rapporto tanto buono (dati banca d'Italia).
Più di 400 miliardi di risparmio domestico sono investiti in titoli di stato esteri che non solo rendono di meno dei titoli italiani, ma non saranno mai garantiti, mentre la solidità finanziaria di quei paesi è solo apparentemente migliore della nostra.
Sarebbe sufficiente solo quella somma li, per riportare la situazione abbondantemente sotto controllo. Con beneficio immediato di tutti.
Osserviamo la cosa dal punto di vista degli investitori istituzionali. Con una proposta del genere, non solo non dovrebbero più avere paura dell'Italia - come ne hanno ora - ma avrebbero interesse a riacquistare i titoli recentemente venduti, se non altro per la finalità di rivenderli alle famiglie italiane. Il loro unico scopo - non dimentichiamolo - è perseguire un profitto, meglio se rapido.
Chiunque abbia un familiare o un amico facoltoso, potendo scegliere, non si rivolge né alle banche né agli strozzini. I tassi che richiedono oggi gli investitori istituzionali sono tassi non in linea con i fondamentali dell'Italia. E' questa una cosa che perfino Monti ha dichiarato e sostenuto con forza. Perché insistere?
Un vantaggio collaterale molto importante di questa proposta è il seguente.Il patrimonio pubblico italiano viene messo al sicuro.
Se dipendesse da me non verrebbe mai venduto: non è nostro, come non è nostra la terra che ci ospita. Proviene dai nostri padri ed appartiene alle generazioni future. Ma quando anche una futura maggioranza di cittadini dovesse decidere di venderlo ai privati per diminuire il debito, lo si potrà fare almeno con calma ed al momento opportuno. Non certo ora, in cui sarebbe necessario svenderlo sotto spinte irrazionali e nel momento peggiore del ciclo economico.
Qualcuno ha commentato la proposta lamentandone il taglio "domestico", provinciale. Probabilmente non l'ho illustrata bene, in precedenza. Spingere i cittadini ad acquistare i titoli del proprio debito pubblico, non solo non pregiudica gli interessi degli altri paesi; non ne compromette il rispetto. Al contrario: ricorrere ai mercati finanziari londinesi, piuttosto che al fondo salvastati europeo o al prestatore di ultima istanza (BCE), sono tutte soluzioni alternative di cui non abbiamo bisogno e che ci mettono - purtroppo - nella situazione scomoda ed umiliante di dover chiedere aiuto ad un prossimo poco disponibile. Pongono di fatto l'italia e gli italiani come situazione da sostenere dall'esterno.
Nulla vieta di estendere il meccanismo anche agli altri stati europei in difficoltà, ammesso che dispongano anche loro di risorse altrettanto elevate. L'aspetto più rilevante, è che questa soluzione consentirebbe anche a livello Europeo di poter ragionare con calma sulle soluzioni da condividere. Rende non necessario l'aiuto immediato del fondo salva stati e neppure il sostegno - costosissimo - dei mercati finanziari.
Acquistiamolo questo tempo e questa serenità necessari a prendere soluzioni ragionevoli. Ne abbiamo tutti veramente bisogno. In Italia, in Europa.
GUIDO GROSSI
Massimo Antonini 2000 MILIARDI DI debito pubblico diviso 70 MILIONI DI ITALIANI. Ognuno di noi dovrebbe pagare se non erro 25 mila euro allo stato? Ridicolo nonché impossibile. Un tempo le famiglie tramandavano, oltre forti tradizioni, anche ricchezze. Oggi solo le famiglie più generazionali hanno mantenuto questo concetto/fortuna. Ai giorni nostri succede che l'individuo X, una volta staccatosi dalla famiglia, debba partire da un reddito zero, tanti dubbi e sacrifici. Questa la definiscono vita vera, il farsi da se.. credo che sia una giustificazione banale ai danni del passato che si ripercuotono sul presente. In assenza di credito chiunque sta agevolando il signoraggio bancario.. e tutto ciò che ne consegue, debiti inclusi. Un mondo migliore? Forse con una glaciazione che porti al genocidio globale.. partire da zero, non il reddito.. ma l'essenza. UTIPIA :D
RispondiEliminaF. Dall'Asta
RispondiEliminaIl patrimonio pubblico Italiano gode di tutela costituzionale e non può nè
essere dato in garanzia nè alienato, salvo introdurre modifiche e deroghe ad
un'infinità di norme di vario rango, con tutti i tempi giurassici e gli
inciampi politici del caso. Comunque, se lo Stato andasse in default, dubito
che ci sarebbe un giudice in grado di attivare coattivamente la garanzia reale
sui titoli. Questo i mercati lo sanno, il sig. Guido Grossi temo di no...