martedì 31 luglio 2012

NOI, GLI SCRIVANI DELLA NOTTE

LA
GIORNATA
DI
LAVORO
E'
STATA LUNGA
COME SEMPRE
E
IL SUO CORPO
E' STANCO

NON COSI' PERO'
LA MENTE
E
I SUOI PENSIERI
CORRONO
TUMULTUOSI
UN TORRENTE
DI VITA
CHE
NON VUOLE
SPEGNERSI;
E
ANCHE SE STANCO
PRENDE
LA PENNA
E SCRIVE.

PREPOTENTE
SALE
LA PAROLA
CHE
NON VUOLE
ESSERE
DIMENTICATA
CHE ANCORA
CERCA
CHI
L'ASCOLTI

LE IMPRESSIONI
I RICORDI
LE RIFLESSIONI
COSI'
DALLA MENTE
PASSANO
ALLA CARTA
E
DALLA
CARTA
A
ALTRE MENTI
E
LA PAROLA
CHIAMA
ALTRA PAROLA
I PENSIERI
CERCANO
ALTRI PENSIERI
E
NEL
COMUNE INTENDERSI
ECCO
CHE
LO SCRIVERE
TROVA
IL SUO
SIGNIFICATO.

PENSIERI
CHE EVOCANO
ALTRI PENSIERI
MANI
CHE
TOCCANO
ALTRE MANI
E DA
QUEI SEGNI
SULLA
CARTA
NASCE
VITA
CHE CERCA
ALTRA VITA
COSI'
LA STORIA
DI
UN UOMO
DIVENTA
STORIA
DI
ALTRI UOMINI

LA FATICA
NON
LA SENTE PIU'
MENTRE
LA PAROLA
CORRE VIA
LONTANO
E
DIVIENE
ANCHE
PAROLA DI ALTRI,
IL PENSIERO
DI UNO
VIVE
NEL PENSIERO
DI ALTRI
E ALTRI
VIVONO IN LUI.

SOGNO
E
REALTA'
SONO
FINALMENTE
UNA
COSA SOLA.

R. V.

L' OMBRA DI TRE CROCI

FINITA
LA GIORNATA
DI
LAVORO
NELLA VECCHIA
CASA
DI CAMPAGNA
IL SOLITARIO
STANCO
ESCE
IN STRADA
E
S'INCAMMINA

LA LUNGA FIAMMA
DEL
TRAMONTO
INCENDIA
IL CIELO
E
SOSPENDE
IL
TEMPO

IL CANCELLO
DEL
CAMPOSANTO
SI
APRE

TRE
SONO
LE
CROCI
E
TUTTA
LA SUA
FAMIGLIA
ORA
RIPOSA LI'.

ALL'OMBRA
DI
TRE
CROCI
SI
E' FERMATA
ANCHE
LA SUA
VITA.

R. V.

SCRIVIAMO ALLA CORTE COSTITUZIONALE - FERMIAMO MONTI E IL SUO GOVERNO!!

Di Lorella Presotto.

Basta ! 
Al solito, si parte dall'idea di una patrimoniale sui redditi elevati, e poi si finirà per colpire pensionati, operai e classe media. 
I grandi redditi e patrimoni rimarranno esclusi. Ci diranno che non é facile individuarli e che hanno bisogno di reperire fondi con urgenza.
DOBBIAMO MUOVERCI ANCHE QUESTA VOLTA CHIAMANDO IN CAUSA LA SUPREMA CORTE COSTITUZIONALE!
MONTI NON SI PUO' PIU' ARROGARE IL DIRITTO DI CALPESTARE COSTITUZIONE E NORME DEL DIRITTO.

Facciamolo tutti, inviamo una mail alla Corte Suprema !!
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ACCEDETE AL SITO WWW.cortecostituzionale.it
Cliccate su : Rapporti con i cittadini
quindi cliccate su : scrivi alla Corte

compilate l'intestazione (nome - e mail )
Oggetto: RICHIESTA DI INTERVENTO DELLA SUPREMA CORTE COSTITUZIONALE

incollate nello spazio apposito il seguente testo:

Il sottoscritto......................, codice fiscale n............................., nella sua qualità di cittadino italiano, CHIEDE 
ALL’ILL.MA E SUPREMA CORTE COSTITUZIONALE 

INTERVENTO URGENTE , NEI CONFRONTI DELL'ATTUALE ORGANO DI GOVERNO, DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, DEI MINISTRI , DEI MEMBRI DEL PARLAMENTO “DI IMMEDIATO AMMONIMENTO A RICONDURRE LA PROPRIA PRESTAZIONE DI SERVITORE DELO STATO E DEL POPOLO ITALIANO ENTRO LE REGOLE DI CONDOTTA E LIMITI STABILITI DAL DETTATO COSTITUZIONALE”;

CHIEDE ALLA S.V. ILL.ME
PRESIDENTE E MEMBRI DELLA SUPREMA CORTE COSTITUZIONALE 

DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE L’APERTURA URGENTE DI FASCICOLO A CARICO DEI SOGGETTI DI CUI SOPRA PER VILIPENDIO, ATTENTATO E TRADIMENTO DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, DELLA SOVRANITA’ POPOLARE; DEI DIRITTI INDIVIDUALI DELL’UOMO RECEPITI E SANCITI DALLA CARTA COSTITUZIONALE ; DI DEPAUPERAMENTO DELLE RISORSE DI PROPRIETA’ DEL POPOLO A BENEFICIO DI SOGGETTI SPECULATORI TERZI.

CHIEDE ALLA S.V. ILL.ME
PRESIDENTE E MEMBRI DELLA SUPREMA CORTE COSTITUZIONALE

DI AGIRE NEL NOME E NEGLI INTERESSI DEL POPOLO ITALIANO PRENDENDO PROVVEDIMENTI DI NATURA ORDINARIA E STRAORDINARIA, IVI INCLUSO IL BLOCCO IL CONGELAMENTO DI TRATTATI INTERNAZIONALI E CON L’UNIONE EUROPEA , INFONDATI IN FATTO E DIRITTO, E CHE STANNO RIPONENDO IL PAESE NELLE MANI DI SPECULATORI SENZA SCRUPOLI.

Con fiducia e ossequi. ........................................
http://WWW.cortecostituzionale.it/
www.cortecostituzionale.it
http://WWW.cortecostituzionale.it/

L’ANATOCISMO E I SAGGI DI INTERESSE di Lorella Presotto

Il Diritto Internazionale e molti sistemi giuridici vietano l’anatocismo e, in materia di negozio giuridico (fase precedente alla sottoscrizione di un contratto o un trattato) la messa in esecuzione di artifici, raggiri ed omissioni di informazioni, arrivando a stabilirne la nullità e l’inefficacia retro attiva, ovvero sin dalla sua nascita.

Cos’è l’anatocismo?
Con il termine anatocismo (dal greco anà - di nuovo, e tokòs - interesse) si intende la CAPITALIZZAZIONE DEGLI INTERESSI SU UN CAPITALE, affinché essi siano a loro volta PRODUTTIVI DI ALTRI INTERESSI.
Un esempio di anatocismo é quello di capitalizzare, ossia sommare al capitale residuo, gli interessi ad ogni scadenza di pagamenti, anche se sono regolarmente pagati.

L’anatocismo, salvo alcuni casi in deroga, non é previsto dal nostro ordinamento, così come ha affermato numerose volte la Corte di Cassazione Civile [si riporta sentenza 20.02.2003 della Cassazione Civile sez. III n. 2593] : “ NON E’ POSSIBILE CUMULARE GLI INTERESSI DI MORA – ovvero per ritardato pagamento – con gli interessi delle somme concesse in mutuo (prestito). Sebbene tali comportamenti siano spesso previsti dai contratto, La natura IMPERATIVA DELLA NORMATIVA NAZIONALE NON CONSENTE COMPORTAMENTI CONTRA LEGEM e quindi la formazione di nuovi usi in deroga alla disposizione legislativa. L’anatocismo é ammesso solo nei limiti indicati dall’art. 1283 c.c. e perciò gli interessi possono produrre interessi SOLTANTO DALLA DOMANDA GIUDIZIALE o in base a convenzione stipulata tra cliente e banca A POSTERIORI ALLA LORO SCADENZA.

Quindi l’anatocismo é consentito dal nostro ordinamento solo in due casi:
  1. Quando viene attivata una richiesta di giudizio per un credito non corrisposto, innanzi al Giudice;
  2. In base a convenzione, nuova trattativa/contratto, stipulato tra creditore e debitore e COMUNQUE ALMENO DOPO SEI MESI DALL’AVVENUTA SCADENZA DEL TERMINE DI PAGAMENTO.
come recita in effetti l’art. 1283 del codice civile.

Dunque il nostro ordinamento vieta l’applicazione dell’anatocismo e rimanda la decisione ad almeno sei mesi dopo la loro scadenza di pagamento, se non corrisposti, e con ricorso alle vie giudiziali, ovvero al giudice adito, il quale è unico soggetto che può stabilire se l’anatocismo è applicabile o meno. (!!)

Saggi di interesse.
La normativa per la determinazione degli interessi legali, é stabilita dall’art. 1284 del codice civile e dalle pubblicazioni in Gazzetta Ufficiale.
Codice civile - Gazzetta Ufficiale 4 aprile 1942, n. 79
Codice Civile [approvato con R.D. 16.03.1942, n. 262]
LIBRO QUARTO. Delle obbligazioni - TITOLO PRIMO. Delle obbligazioni in genere - CAPO SETTIMO. Di alcune specie di obbligazioni - SEZIONE PRIMA. Delle obbligazioni pecuniarie

Il saggio degli interessi legali è determinato in misura pari al 5 per cento in ragione d'anno. Il Ministro del tesoro, con proprio decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana non oltre il 15 dicembre dell'anno precedente a quello cui il saggio si riferisce, può modificarne annualmente la misura, sulla base del rendimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a dodici mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell'anno. Qualora entro il 15 dicembre non sia fissata una nuova misura del saggio, questo rimane invariato per l'anno successivo. (1)
Allo stesso saggio si computano gli interessi convenzionali, se le parti non ne hanno determinato la misura.
GLI INTERESSI SUPERIORI ALLA MISURA LEGALE DEVONO ESSERE DETERMINATI PER ISCRITTO, ALTRIMENTI SONO DOVUTI NELLA MISURA LEGALE .

IL TASSO DI INTERESSE NON E’ QUINDI FISSO, MA DI ANNO IN ANNO, VIENE STABILITO DA LEGGE DELLO STATO.
IL TASSO DI INTERESSE DIVERSO, SE NON VIENE INDICATO PER ISCRITTO NON E’ VALIDO, E IL DEBITORE E’ TENUTO A CORRISPONDERE IL TASSO STABILITO DALLA LEGGE E PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE.

Di seguito le determinazioni dei tassi di interesse con relative pubblicazioni in Gazzetta Ufficiale dal 1990 al 2012.
(1) Il presente comma è stato così sostituito prima dall'art. 1 L. 26.11.1990, n. 353 e poi dall'art. 2 c. 185 L. 23.12.1996 n. 662, con decorrenza dal 01.01.1997. Si riporta di seguito il testo previgente:
"Il saggio degli interessi legali è del dieci per cento in ragione di anno".
(2) La misura del saggio degli interessi legali di cui al presente articolo è stata fissata:
- al 2,5 per cento in ragione d'anno a decorrere dal 01.01.1999, in virtù di quanto disposto dall'art. 1 DM 10.12.1998;
- al 3,5 per cento in ragione d'anno a decorrere dal 01.01.2001, in virtù di quanto disposto dall'art. 1 DM 11.12.2000;
- al 3,0 per cento in ragione d'anno a decorrere dal 01.01.2002, in virtù di quanto disposto dall'art. 1 DM 11.12.2001 (G.U. 14.12.2001, n. 290);
- al 2.5 per cento in ragione d'anno a decorrere dal 01.01.2004, in virtù di quanto disposto dall'art. unico DM 01.12.2003 (G.U. 10.12.2003, n. 286);
- al 3 per cento in ragione d'anno a decorrere dal 01.01.2008, in virtù di quanto disposto dall'art. unico DM 12.12.2007 (G.U. 15.12.2007, n. 291);

- all'1% in ragione d'anno con decorrenza dal 1° gennaio 2010, in virtù di quanto disposto dall'art. 1 D.M. 04.12.2009 (G.U. 15.12.2009, n. 291);
- all'1,5% in ragione d'anno con decorrenza dal 1° gennaio 2011, in virtù di quanto disposto dall'art. 1 D.M. 07.12.2010 (G.U. 15.12.2010, n. 292).
- all'2,5% in ragione d'anno con decorrenza dal 1° gennaio 2012, in virtù di quanto disposto dall'art. 1 D.M. 12.12.2011 (G.U. 15.12.2011, n. 291).

Da questa ricerca quindi emerge che oltre al divieto di anatocismo, nel nostro ordinamento il tasso legale degli interessi nel periodo tra il 1990 e il 2012 (anno corrente) non é mai stato stabilito dalla Legge con percentuale superiore al 4%.

In diritto internazionale non esiste una tabella scritta che indichi la percentuale da applicarsi.
Come ho in introduzione menzionato é vietato l’anatocismo (ovvero il calcolo dell’interesse sull’interesse, detto anche capitalizzazione dell’interesse).
Lo scambio di beni e servizi viene regolamentato da contratti (Trattati, Convenzioni, ecc.) basate su regole di correttezza, trasparenza, diligenza, senza atti contrari a norme imperative di legge e senza la messa in esecuzione di artifici e raggiri.

Anche nel diritto internazionale vige la regola della trasparenza del negozio giuridico, nella fase immediatamente precedente alla sottoscrizione.
La stipula del contratto deve avvenire in buona fede , con diligenza, con trasparenza , senza artifici , raggiri, e omissioni.
Cosa significa? Significa che la legge STABILISCE INDEROGABILMENTE che tutte le informazioni sui reciproci diritti, e sui reciproci obblighi del rapporto contrattuale, debbono essere enunciate per iscritto, prima della sottoscrizione del contratto di entrambe le parti.
Tenere nascosta un’informazione prima della firma del contratto ed enunciarla in seguito alla stipula, costituisce mancata buona fede, omissione, artificio, raggiro, truffa.
TUTTE CAUSE DI NULLITA’ DEL CONTRATTO.

Rebus sic stantibus
lo Stato italiano, il popolo italiano, FIRMANO DELLE CAMBIALI IN BIANCO. Corrispondono una prestazione (il pagamento di interessi) a fronte di UN CONTRATTO NULLO PRIVO DI QUALSIASI EFFICACIA .
UN ISTITUTO INESISTENTE NEL DIRITTO NAZIONALE E INTERNAZIONALE!

Perché?
LA BCE FINANZIA L’ACQUISTO DI TITOLI DI STATO STABILENDO DI VOLTA IN VOLTA IL SAGGIO DI INTERESSE CHE SI FONDA, NON SU REGOLA GIURIDICA, COME DOVREBBE ESSERE, E NEMMENO SU CONTRATTO SCRITTO MA SULL’ANDAMENTO DEL MERCATO FINANZIARIO CHE NON E’ UN ORGANISMO DI DIRITTO PUBBLICO CON POTERE DI STABILIRE LEGGI, MA UN SEMPLICE ORGANISMO DI DIRITTO PRIVATO CUI E’ CONCESSO SOLO DI FARE NEGOZI GIURIDICI !!!!!!!!

Cosa significa?
Un contratto per essere efficace e valido, oltre a non essere viziato, , deve essere sottoscritto con la volontà risultante delle parti, e non può essere imposto da una parte sull’altra con la forza, o peggio con l’omissione di informazioni.
IL CONTRATTO PRIVO DEGLI ELEMENTI ESSENZIALI (buona fede, correttezza, diligenza, volontà delle parti) e CONTRARIO A NORME IMPERATIVE DI LEGGE messo in atto con l’aggravante del raggiro (omissione) E’ NULLO E PRIVO DI EFFICACIA.

Cosa significa nullo e privo di efficacia?
Che non esistono parti contraenti, che non si é formata una volontà comune nel negozio giuridico e che pertanto quel contratto non E’ MAI ESISTITO e quindi NON PRODUCE EFFETTI, NON ESISTONO CREDITORE E DEBITORE, NON ESISTONO PRESTAZIONI , NON ESISTE MANCATO ADEMPIMENTO.

Qualora poi la BCE potesse in qualche modo dimostrare che la volontà nella formazione del contratto e la sua sottoscrizione sono avvenute con volontà delle parti e con i requisiti stabiliti dalla legge in materia di contratto, ESISTE UNA CAUSA DI ANNULLABILITA’

Cos’è l’annullabilità?
E’ una sopravvenuta causa, un fatto che pesa sul contratto e che non consente più ad una delle parti di proseguire nella conduzione del contratto. Un sopravvenuto stato di necessità, o un evento non controllabile, inevitabile e non dovuto a negligenza.
E’ il caso dei paesi del sud Europa attaccati da speculazioni imprevedibili ed inevitabili.
Anche in questo caso il diritto offre possibilità di salvezza nella ANNULLABILITA’ DEL CONTRATTO PER SOPRAVVENUTA CAUSA.
Quando la prestazione di pagamento diviene impossibile da parte del debitore, per cause che non siano a lui riconducibili, ( ad un suo comportamento errato) , ma tale sopravvenuta causa é riconducibile ad una situazione contingente, impossibile da prevedere, impossibile da evitare, nonostante l’uso della diligenza, e la prestazione diventa IMPOSSIBILE o ECCESSIVAMENTE ONEROSA, il contratto può essere ANNULLABILE E QUINDI TERMINARE DI AVERE EFFICACIA, OVVERO VENGONO ANNULLATI OBBLIGHI E DOVERI DERIVANTI DALLA SUA SOTTOSCRIZIONE.
Nella realtà Italiana: NONOSTANTE LE MASSICCE CURE DI AUSTERITA’ (quindi diligenza) , lo Stato Italiano NON HA POTUTO EVITARE L’ATTACCO SPECULATIVO DEI MERCATI (quindi sopravvenuta causa); HA DOVUTO RICORRERE A NUOVI PRESTITI, CARICANDOSI NON SOLO DI INTERESSI SUL CAPITALE, MA ANCHE DI INTERESSI SUI PRECEDENTI INTERESSI (ANATOCISMO), INGIGANTENDO SEMPRE PIU’ IL PROPRIO DEBITO, AL PUNTO CHE ESSO E’ ORMAI DIVENUTO UNA PRESTAZIONE IMPOSSIBILE, SENZA LIMITI, SENZA TERMINI.
UNA PRESTAZIONE ECCESSIVAMENTE ONEROSA CHE NON E’ PIU’ IN GRADO DI SOSTENERE.
CAUSE QUESTE APPENA DESCRITTE, DI ANNULLABILITA’ DEL CONTRATTO E QUINDI DEL DEBITO.

A tutte queste gravi violazioni del codice civile nazionale e delle norme internazionali, in materia di contratto e rapporti commerciali, si aggiungono, come in introduzione spiegato, l’applicazione DI TASSI DI INTERESSE USURAI e DI TASSI DI INTERESSE COMPOSTI (anatocismo) che IL NOSTRO SISTEMA GIURIDICO RIFIUTA.

La Corte di Cassazione italiana nel novembre del 2005 ha dichiarato ILLEGITTIMO L’ANATOCISMO OBBLIGANDO ALLA RESTITUZIONE DA PARTE DELLE BANCHE DI 30 MILIARDI DI EURO.

Si scopre quindi che in molti casi I DEBITI FURONO CONTRATTI IN MODO FRAUDOLENTO, VIOLANDO LE DISPOSIZIONI LEGALI E LE COSTITUZIONI NAZIONALI.
PER QUESTO IL DEBITO PUBBLICO, così come gestito, dal Fondo Monetario Internazionale, dal Fondo Monetario Europeo e dalla Banca Centrale Europea, RAPPRESENTA LA TRUFFA MONDIALE IN ASSOLUTO PIU’ GRANDE DELLA STORIA.
Un chiaro esempio lo fornisce uno studio e relativa pubblicazione reperibile in rete, relativo al periodo 1978-1979 (solo due anni). Con la variazione degli interessi applicati, senza alcuna regola, l’interesse da erogarsi annualmente passa nel breve periodo, dalla somma complessiva di 30.000 Lire, alla somma complessiva di 180.000 Lire, in pratica nel secondo anno la somma di interessi che viene restituita é moltiplicata sei volte il suo valore iniziale.
Ovvero: 1978 - debito in $.1.000 - debito in Lire 600.000 – tasso di interesse 5% -interesse annuale Lire 30.000 1979 - debito in $.1.000 – debito in Lire 600.000 – tasso di interesse 30% - interesse annuale Lire 180.000
cambio applicato 1Uds/600 Lire
E’ ovvio quindi che, con l’ applicazione di tassi di interessi al di fuori di una stabilita regola e con l’applicazione dell’anatocismo nessuno Stato debitore sarà mai in grado di ripagare il proprio debito, e continuerà ad indebitarsi all’infinito.
In conclusione, da questo approfondimento , risulta che:
  • oltre a gravi violazioni del codice civile in materia di tassi di anatocismo, tassi di interesse e contratti,
  • i soggetti erogatori di prestiti e i loro complici, Unione Europea e Classi dirigenziali degli Stati aderenti all’Unione, hanno perpetrato e continuano, reati di natura penale (truffa, raggiri, omissioni) e con l’applicazione di interessi usurai (anch’esso reato penale), hanno e continuano, a violare il Trattato della Dichiarazione dei diritti dell’uomo recepito non solo dalle costituzioni degli stati aderenti, e quindi anche la carta italiana, ma anche dal trattato dell’unione.
l’unione europea e le classi dirigenti degli stati aderenti si sono quind macchiati di un grande crimine: la riduzione in schiavitu’ di milioni di esseri umani.
per cancellare questa schiavitu basterebbe l’applicazione dei principi generali del diritto, così come sono riconosciuti dall’articolo 38 della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia per stabilire che molti debiti sono viziati da nullità.
proprio su queste basi Argentina , Colombia e Islanda hanno cancellato i propri debiti. su queste stesse basi , per annulare il debito, sembra si stia orientando l’Irlanda e su queste stesse basi la Grecia potrebbe uscire dall’euro ed annullare i propri.
Da quanto si parla di probabile uscita della Grecia dall’euro e di incapacita’ della stessa di onorare il debito ?
la Bce e il Fondo Monetario Europeo sanno benissimo di non aver elementi concreti giuridici per pretendere la restituzione con interessi delle somme.
Hanno il terrore che la consapevolezza della mancanza di fondamento del debito si estenda a tutti i popoli europei.
Sarebbe il default della banca centrale europea e del fondo monetario europeo e non degli stati dell’euro zona, come invece vogliono farci credere.
Lorella Presotto, 31 luglio 2012 



lunedì 30 luglio 2012

CONFEDERAZIONE CIVICA NAZIONALE: CHI SIAMO E COSA VOGLIAMO.

30 luglio 2012 

Cari amici e concittadini,


da tempo abbiamo elevato la nostra protesta contro le azioni sperequative e lesive alla nostra dignità di uomini e donne.
Chi di voi ci conosce almeno un po’ , sa quanto siamo scevri e ormai asettici a qualsiasi ideale di vecchia ideologia partitica. 
Al centro dei nostri pensieri esiste solo l’essere umano e le sue istanze di libertà, di solidarietà, di giustizia.
Ci consideriamo solo e soltanto “umanisti”.
Abbiamo accolto tutti tra le nostre amicizie, purché desiderosi di dare vita ad una vera e propria rivoluzione culturale. 
Non ci importa del passato, e non siamo certo noi a dover giudicare altri esseri umani. 
Ciò che per noi conta é il presente, e come vogliamo costruire il nostro futuro. Siamo tanti, diversi per esperienza e cultura, ma insieme formiamo un popolo solo. Viviamo su una meravigliosa penisola ricca di storia, di arte, di bellezze naturali. Ascoltando le storie di molti, la sofferenza, la rabbia, che noi stessi abbiamo provato tante volte, alla fine abbiamo pensato che basta, non é più sufficiente la sola protesta: la classe politica italiana é insensibile , egoista, arroccata nei propri privilegi.
La nostra unica colpa é stata quella di fidarci. Siamo stati lottizzati, parcellizzati. Ciascuno di noi si é posto sotto una bandiera, un meticcio camuffato da ideale, e siamo stati forse anche sordi e ciechi alle prime avvisaglie di verità.
Non possiamo più aspettare! Lo scivolamento costante verso la rovina é sotto i nostri occhi e non possiamo permettere che ci venga portato via il nostro futuro. I nostri figli hanno diritto ad un’esistenza dignitosa, noi tutti ne abbiamo diritto!
Il nostro piccolo gruppo ha dato vita ad un programma, un progetto che vogliamo condividere con tutti. Nasce ora, nei nostri cuori e nelle nostre menti, ma noi tutti insieme possiamo renderlo forte della nostra partecipazione, farlo crescere e farlo diventare un’unica voce, un’unica azione.
La voce e l’azione di CONFEDERAZIONE CIVICA NAZIONALE.
Riprendiamoci tutto ciò che é nostro. Riprendiamoci le nostre vite, la nostra serenità.
Dobbiamo almeno provarci, per guardare limpidamente negli occhi i nostri figli, per non lasciar nulla di intentato. 
Dimostriamo a questi sciacalli che ci governano che il nostro orgoglio non si é spezzato, che siamo uniti, che il nostro cuore batte libero e la nostra mente non ha confini.


Un abbraccio sincero, 

Lorella Presotto - Renato Valusso - Patrizia Principi - Pino Soggiu Massimo Lodi Rizzini - Vittorio Cajus - Luca Pastura





DANZA

LE LUCI

LE LUCI

VORTICANTI

IL RITMO

PULSANTE

SEGNANO IL PASSO

AL TUO MOVIMENTO

LA MUSICA

SEGUE UN TEMPO

FUORI

DAL REALE

IN

UN SUSSEGUIRSI

DI

COLORI

E DI VOLTI

MENTRE

CON

IL TUO CORPO

DISEGNI

UNA STORIA

NUOVA

DIVERSA

E

SEMPRE UGUALE

I SENSI

IN SINTONIA

CON IL

TUO ESSERE

E CON

IL TUTTO

FINO

ALL' IMPETUOSO

SCROSCIARE

E POI PIU' FIEVOLE

DELL' ULTIMO APPLAUSO.

r. v.

domenica 29 luglio 2012

IN UN BATTITO

E' FINITO
IL
POMERIGGIO
D'ESTATE

DOLCE
E CAREZZEVOLE
TI SCRUTA
LO SGUARDO
DELL'AMORE
MENTRE
NELLA
PENOMBRA TRANQUILLA
TI
ABBANDONI
AI SOGNI

SOGNI
CHE
FINIRANNO PRESTO
COME
IL VOLO
DELLE
ULTIME
FARFALLE.

r. v.

DOVE FINISCE L'AQUA PUBBLICA? di Lorella Presotto

Estate torrida, piogge rade e insufficienti, torna così l'incubo dell'acqua. 
Nonostante nella primavera appena passata, le precipitazioni siano state abbondanti, il nostro paese dopo solo sessanta giorni di caldo sembra essere prossimo al default da rifornimento acqua. 
Comuni e province annunciano piani austeri di razionamento dell'acqua, divieto di bagnare orti e giardini, divieto di lavare auto; acqua dispensata solo in alcune ore della giornata.
Eppure se prendiamo una qualsiasi pubblicazione che parla di risorse idriche, il nostro territorio viene più o meno descritto così: 
"L'Italia è il Paese dell'Europa meridionale più ricco di risorse idriche: contornata a nord dalle Alpi, ricchissime di corpi idrici (vale a dire depositi d'acqua dolce di qualsiasi natura essi siano, purché raggiungano una portata minima convenzionale), la Penisola e le due isole maggiori contano ben 69 laghi naturali di superficie pari o superiore a 0,5 km², 183 bacini artificiali con oltre 1 km² di superficie, cui vanno aggiunti ben 234 corsi d'acqua e fiumi di una certa rilevanza a livello idrico ed ambientale[1]. Inoltre, i corpi idrici superficiali e sotterranei destinati alla potabilizzazione sono quasi 500, e 400 sono i laghi a partire da 0,2 km² di estensione, andando a consolidare, così, un'abbondanza di risorse idriche già fisiologicamente presenti sul territorio sia naturalmente che artificialmente".
Non sembra la descrizione di un paese che dovrebbe essere affranto dalla carenza d'acqua!
Lo scrivente e pensante, si pone una domanda ? Dove finisce tutta l'acqua?
Sappiamo bene che i cittadini italiani hanno dovuto ricorrere ad un referendum per fermare la follia di liberalizzazione dell'acqua, che sarebbe finita nelle mani di speculatori senza scrupoli a grave danno di tutta la popolazione. Nonostante l'esito referendario, su richiesta di una associazione di cittadini, è dovuta intervenire con forza la Consulta, per fermare il Governo della Città di Roma che in barba al referendum e senza legittimità, stava già attuando la liberalizzazione dell'acqua pubblica.
L'acqua é un elemento indispensabile per la vita di qualsiasi creatura e del pianeta stesso. Non può cadere nella mani di speculatori senza coscienza.
In Argentina la privatizzazione dell'acqua potabile ha portato ad una situazione di regresso socio-sanitario. Milioni di persone che non potevano permettersi di acquistarla sono rimasti privi d'acqua e di servizi fognari. Molte malattie che erano scomparse sono riemerse, in particolar modo nell'infanzia a causa del consumo di acqua putrida e stagnante. Migliaia di bambini sono morti. Gli ospedali erano continuamente in stato di emergenza a causa dei numerosi ricoveri di persone disidratate. 
Le società che si appropriano dei beni pubblici, li sfruttano al massimo, rivendono beni e servizi a prezzi folli, escludendo così ad una grossa parte della popolazione l'accesso al bene; non investono, spremono fino all'ultima goccia risorse e strutture, abbandonando poi il paese al suo tragico destino.
Secondo il rapporto dal Co.vi.ri. la situazione nel nostro Paese:
".. è pessima, a fronte di oltre otto miliardi di metri cubi d'acqua immessi ogni anno nella rete degli acquedotti, 2,6 miliardi, oltre il 30% della quantitá totale, si perdono per strada, dispersi dalle falle nella rete o rubati. Considerando che per mettere l'acqua nelle condutture e pomparla nella rete serve energia ad un costo di 0,87 euro a metro cubo, il danno totale che deriva dalla cattiva gestione degli acquedotti italiani ...."
Chi é il Co.vi.ri? E' la Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche. Chi sono i membri? Manager nominati dalla Politica.
Ancora una volta il piano è lo stesso di sempre: si crea il problema. Quando l'opinione pubblica chiederà la soluzione sarà disponibile ad accettare qualsiasi spiegazione e qualsiasi soluzione. 
Quale sarà la soluzione che ci proporranno? Dal momento che lo Stato si trova in grandi difficoltà finanziarie e quindi incapace di investire nei servizi idrici, ancora una volta ci prospetteranno la soluzione nella liberalizzazione (sic!).
Questo gioco però ormai lo conosciamo bene e dunque cosa possiamo, anzi dobbiamo fare?
Dobbiamo noi stessi, popolo proprietario delle risorse idriche del territorio , VIGILARE E DENUNCIARE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA OGNI AZIONE SOSPETTA RICONDUCIBILE AD UNA MALA GESTIONE O AD UN'APPROPRIAZIONE INDEBITA DELLA NOSTRA ACQUA.
LA MAGISTRATURA ONESTA E' CON NOI, E NOI SIAMO CON LA MAGISTRATURA ONESTA.
NON CADIAMO ANCORA NELLA TRAPPOLA!

 Lorella Presotto 

venerdì 27 luglio 2012

FIRMIAMO PER RIPRISTINARE LA SEPARAZIONE TRA BANCHE COMMERCIALI E BANCHE DI SPECULAZIONE FINANZIARIA.

Lorella Presotto, 27 luglio 2012 

Cari amici, 
non so se avete avuto modo di leggere gli articoli che ho scritto insieme all'amico Massimo Lodi Rizzini sul Glass Steagall Act abrogato da Clinton nel 1999 ( leggi qui ).
Quell'atto ha protetto tutti i paesi occidentali dalla finanza speculativa dal 1993 sino al 1999, data in cui appunto Bill Clinton lo cancellò con una firma.
Lasciato cadere nel dimenticatoio per anni, da poco meno di un mese l'argomento é tornato alla ribalta, anche se sommessamente. 
La questione parte dalla City londinese che ha compreso che l'unico modo per salvare il Regno Unito è ripristinare la divisione tra banche commerciali e banche di investimenti speculativi. Lo scontro che sta avvenendo é durissimo nell'alta finanza, e il Presidente americano Obama per ovvi e molteplici motivi, é assolutamente contrario, legato com'é a Soros. 
L'Europa e il nostro paese sono in grande sofferenza per complessi fattori , ma sicuramente la divisione tra i due tipi di istituti bancari, non solo darebbe modo al continente europeo di riprendere fiato, ma incentiverebbe gli istituti di credito ad investire nell'economia reale e le nostre imprese potrebbero contare su maggiori accessi al credito e quindi risollevarsi.
PER QUESTO VI CHIEDO DI ADERIRE A QUESTA INIZIATIVA. DI SEGUITO VI RIPORTO UN TESTO MAIL CHE POTRETE COPIARE E SPEDIRE SUL SITO DE GOVERNO, OPPURE POTETE ATTRAVERSO IL LINK FIRMARE IN RETE LA PETIZIONE .
BASTERA' UN SEMPLICE CLICK MA FORSE POTREMO CONCRETAMENTE FARE QUALCOSA. 
CONTO SU TUTTI VOI. 
Grazie. - per favore condividete -

Appello ai Governi e ai Parlamenti: 

Glass-Steagall subito! 

1. Tutte le nazioni della regione transatlantica dovranno adottare una legge per la separazione bancaria, che si ispiri alla legge Glass-Steagall firmata da Roosevelt il 16 giugno 1933. Fino all'inizio degli anni Ottanta, i principii della riforma di Roosevelt esistevano nelle nazioni europee, in forma di strette regolamentazioni, e garantivano che il settore bancario assumesse il carattere delle banche commerciali rendendo impossibile l'accesso a conti privati per operazioni speculative rischiose.
Come accadeva prima che venisse abrogata la legge Glass-Steagall nel 1999, con la legge Gramm-Leach-Bliley, le banche commerciali dovranno essere nuovamente separate dalle banche d'affari e dal settore assicurativo.

2. Le banche commerciali saranno tutelate dal governo, mentre le banche d'affari dovranno mettere a posto i propri libri contabili senza l'aiuto dei contribuenti, il che significa cancellare migliaia di miliardi di titoli tossici, anche se questo conduce all'insolvenza delle banche stesse.

3. Un sistema bancario nazionale nella tradizione di Alexander Hamilton, nell'ambito di un nuovo sistema creditizio, elargirà crediti a lungo termine ed a bassi tassi di interesse per investimenti produttivi che aumenteranno la produttività dell'economia promuovendo l'aumento della densità del flusso energetico e il progresso scientifico e tecnologico.

4. La ricostruzione dell'economia reale verrà facilitata da trattati di cooperazione a lungo termine tra gli stati nazionali sovrani, che vareranno progetti infrastrutturali e di sviluppo ben definito nel contesto del piano per un Miracolo Economico nel Mediterraneo, visto come la necessaria estensione del ponte di sviluppo eurasiatico. Tali trattati rappresentano un nuovo sistema creditizio, una Nuova Bretton Woods nella tradizione di Franklin D. Roosevelt.

Il ripristino della legge Glass-Steagall e la creazione di un sistema creditizio non sono una questione di tecnica bancaria, ma il mezzo per rilanciare l'economia reale garantendo la sopravvivenza del genere umano e delle future generazioni, e per trasmettere ed espandere il valore creato dall'attuale generazione alle generazioni successive. L'uomo deve tornare ad essere il centro e il fine dell'economia.

I sottoscritti rivolgono un urgente appello ai Governi e ai Parlamenti affinchè compiano il proprio dovere costituzionale e garantiscano il bene comune delle popolazioni che rappresentano, adottando immediatamente una legge sulla separazione bancaria.

17 giugno 2012

Firmatari 

Helga Zepp-LaRouche, 
presidente del Bürgerrechtsbewegung Solidarität. 

Jacques Cheminade,
ex candidato alla presidenza francese per Solidarité et Progrès. 

Liliana Gorini,
presidente del Movimento Internazionale per i Diritti Civili - Solidarietà. 

Per firmare l'appello internazionale 

Firma via posta elettronica 
questo appello internazionale! [*]



domenica 22 luglio 2012

L'ALLARME DI STEFANO RODOTA'.

Pubblico questo articolo apparso su IMOLA OGGI lo scorso 23 giugno, riportante il parere di Stefano Rodotà in merito alle modifiche alla Costituzione apportate - a mio avviso in totale spregio alla sovranità popolare - da questo Parlamento ormai quasi del tutto nelle mani della BCE e dei suoi servi.
Leggete e riflettete.

 R.  V.

UNA FASE COSTITUENTE PIU’ DEMOCRATICA

Stiamo vivendo una fase costituente senza averne adeguata consapevolezza, senza la necessaria discussione pubblica, senza la capacità di guardare oltre l’emergenza. È stato modificato l’articolo 81 della Costituzione, introducendo il pareggio di bilancio. Un decreto legge dell’agosto dell’anno scorso e uno del gennaio di quest’anno hanno messo tra parentesi l’articolo 41. E ora il Senato discute una revisione costituzionale che incide profondamente su Parlamento, governo, ruolo del Presidente della Repubblica. Non siamo di fronte alla buona “manutenzione” della Costituzione, ma a modifiche sostanziali della forma di Stato e di governo. Le poche voci critiche non sono ascoltate, vengono sopraffatte da richiami all’emergenza così perentori che ogni invito alla riflessione configura il delitto di lesa economia.

In tutto questo non è arbitrario cogliere un altro segno della incapacità delle forze politiche di intrattenere un giusto rapporto con i cittadini che, negli ultimi tempi, sono tornati a guardare con fiducia alla Costituzione e non possono essere messi di fronte a fatti compiuti. Proprio perché s’invocano condivisione e coesione, non si può poi procedere come se la revisione costituzionale fosse affare di pochi, da chiudere negli spazi ristretti d’una commissione del Senato, senza che i partiti presenti in Parlamento promuovano essi stessi quella indispensabile discussione pubblica che, finora, è mancata.

Con una battuta tutt’altro che banale si è detto che la riforma dell’articolo 81 ha dichiarato l’incostituzionalità di Keynes. L’orrore del debito è stato tradotto in una disciplina che irrigidisce la Costituzione, riduce oltre ogni ragionevolezza i margini di manovra dei governi, impone politiche economiche restrittive, i cui rischi sono stati segnalati, tra gli altri da cinque premi Nobel in un documento inviato a Obama. Soprattutto, mette seriamente in dubbio la possibilità di politiche sociali, che pure trovano un riferimento obbligato nei principi costituzionali.

La Costituzione contro se stessa? Per mettere qualche riparo ad una situazione tanto pregiudicata, uno studioso attento alle dinamiche costituzionali, Gianni Ferrara, non ha proposto rivolte di piazza, ma l’uso accorto degli strumenti della democrazia. Nel momento in cui votavano definitivamente la legge sul pareggio di bilancio, ai parlamentari era stato chiesto di non farlo con la maggioranza dei due terzi, lasciando così ai cittadini la possibilità di esprimere la loro opinione con un referendum. Il saggio invito non è stato raccolto, anzi si è fatta una indecente strizzata d’occhio invitando a considerare le molte eccezioni che consentiranno di sfuggire al vincolo del pareggio, così mostrando in quale modo siano considerate oggi le norme costituzionali.

Privati della possibilità di usare il referendum, i cittadini — questa è la proposta — dovrebbero raccogliere le firme per una legge d’iniziativa popolare che preveda l’obbligo di introdurre nei bilanci di previsione di Stato, regioni, province e comuni una norma che destini una quota significativa della spesa proprio alla garanzia dei diritti sociali, dal lavoro all’istruzione, alla salute, com’è già previsto da qualche altra costituzione. Non è una via facile ma, percorrendola, le lingue tagliate dei cittadini potrebbero almeno ritrovare la parola.

L’altro fatto compiuto riguarda la riforma costituzionale strisciante dell’articolo 41. Nei due decreti citati, il principio costituzionale diviene solo quello dell’iniziativa economica privata, ricostruito unicamente intorno alla concorrenza, degradando a meri limiti quelli che, invece, sono principi davvero fondativi, che in quell’articolo si chiamano sicurezza, libertà, dignità umana. Un rovesciamento inammissibile, che sovverte la logica costituzionale, incide direttamente su principi e diritti fondamentali, sì che sorprende che in Parlamento nessuno si sia preoccupato di chiedere che dai decreti scomparissero norme così pericolose. È con questi spiriti che si vuol giungere a un intervento assai drastico, come quello in discussione al Senato. Ne conosciamo i punti essenziali. Riduzione del numero dei parlamentari, modifiche riguardanti l’età per il voto e per l’elezione al Senato, correttivi al bicameralismo per quanto riguarda l’approvazione delle leggi, rafforzamento del Presidente del Consiglio, poteri del governo nel procedimento legislativo, introduzione della sfiducia costruttiva. Un “pacchetto” che desta molte preoccupazioni politiche e tecniche e che, proprio per questa ragione, esigerebbe discussione aperta e tempi adeguati. Su questo punto sono tornati a richiamare l’attenzione studiosi autorevoli come Valerio Onida, presidente dell’Associazione dei costituzionalisti, e Gaetano Azzariti, e un documento di Libertà e Giustizia, che hanno pure sollevato alcune ineludibili questioni generali.

Può un Parlamento non di eletti, ma di “nominati” in base a una legge di cui tutti a parole dicono di volersi liberare per la distorsione introdotta nel nostro sistema istituzionale, mettere le mani in modo così incisivo sulla Costituzione?

Può l’obiettivo di arrivare alle elezioni con una prova di efficienza essere affidato a una operazione frettolosa e ambigua? Può essere riproposta la linea seguita per la modifica dell’articolo 81, arrivando a una votazione con la maggioranza dei due terzi che escluderebbe la possibilità di un intervento dei cittadini? Quest’ultima non è una pretesa abusiva o eccessiva. Non dimentichiamo che la Costituzione è stata salvata dal voto di sedici milioni di cittadini che, con il referendum del 2006, dissero “no” alla riforma berlusconiana. A questi interrogativi non si può sfuggire, anche perché mettono in evidenza il rischio grandissimo di appiattire una modifica costituzionale, che sempre dovrebbe frequentare la dimensione del futuro, su esigenze e convenienze del brevissimo periodo.

Le riforme costituzionali devono unire e non dividere, esigono legittimazione forte di chi le fa e consenso diffuso dei cittadini. Considerando più da vicino il testo in discussione al Senato, si nota subito che esso muove da premesse assai contestabili, come la debolezza del Presidente del Consiglio. Elude la questione vera del bicameralismo, concentrandosi su farraginose procedure di distinzione e condivisione dei poteri delle Camere, invece di differenziare il ruolo del Senato. Propone un intreccio tra sfiducia costruttiva e potere del Presidente del Consiglio di chiedere lo scioglimento delle Camere che, da una parte, attribuisce a quest’ultimo un improprio strumento di pressione e, dall’altra, ridimensiona il ruolo del Presidente della Repubblica. Aumenta oltre il giusto il potere del governo nel procedimento legislativo, ignorando del tutto l’ormai ineludibile rafforzamento delle leggi d’iniziativa popolare. Trascura la questione capitale dell’equilibrio tra i poteri.

Tutte questioni di cui bisogna discutere, e che nei contributi degli studiosi prima ricordati trovano ulteriori approfondimenti. Ricordando, però, anche un altro problema. Si continua a dire che le riforme attuate o in corso non toccano la prima parte della Costituzione, quella dei principi. Non è vero. Con la modifica dell’articolo 81, con la “rilettura” dell’articolo 41, con l’indebolimento della garanzia della legge derivante dal ridimensionamento del ruolo del Parlamento, sono proprio quei principi ad essere abbandonati o messi in discussione.



sabato 21 luglio 2012

LA BANCA DEL POPOLO di Guido Grossi

NON DOBBIAMO SALVARE LE BANCHE.

Se vogliamo salvare noi stessi, recuperare una vita serena e dignitosa, restituire un futuro ai nostri figli, dobbiamo lasciarle fallire, come è giusto che sia.

L'intera Europa sta scegliendo di demolire lo stato sociale e di imporre alle popolazioni sacrifici tanto insopportabili quanto stupidi, che rovinano le famiglie e uccidono le imprese.

Perché? Solo in nome della necessità - non spiegata ma data per certa e ineluttabile - di salvare un sistema finanziario che oramai è putrido, infetto, marcio nelle radici, che si rifiuta di finanziare lavoro e sviluppo perché ha interesse a mantenere bolle speculative.

Mi ribolle il sangue nelle vene.

Denuncio la sfacciata falsità di quanti affermano che salvare questo sistema è nell'interesse dei cittadini e della collettività.

Un'unica funzione bancaria è utile all'economia: l'intermediazione creditizia. Vuol dire remunerare e proteggere il risparmio, prestandolo ad aziende e famiglie. 

Hanno smesso da tempo di farlo: è sotto gli occhi di tutti.

Le autorità non muovono un dito per cambiare le cose: poche chiacchiere e nessun fatto. E' evidente che traggono interessi personali - ricchezze e potere - dal mantenimento di questo sistema.

Non vogliono che le banche tornino a prestare soldi alle aziende ed alle famiglie, perché le loro ricchezze sono investite sui mercati finanziari: il fallimento della finanza trascinerebbe con se ricchezze e potere delle classi dirigenti.

L'attuale sistema è stato disegnato e coltivato, trasformato lentamente in una macchina concepita per trasferire tutte le risorse possibili dall'economia reale ai mercati dei capitali, ai mercati finanziari.

Quei mercati che hanno reso ricco e potente l'1% della popolazione mondiale, sfruttando il restante 99. Che pretendono, ora, di dettare le condizioni e scandire i tempi della riduzione delle nostre libertà.

La nostra libertà è il vero ostacolo al mantenimento di questo sistema e dei loro vergognosi privilegi !

Denuncio quanti stanno operando per ridurre le libertà democratiche per mantenere in vita questo sistema.

Mercanti di denari, quelli che un Cristo incazzato ha scacciato a frustate dal tempio, come meritavano e meritano.

Se ci tolgono la libertà di scelta democratica, allora è nostro diritto e nostro dovere reagire.

Se le autorità non hanno coraggio - e interesse - a cambiare le cose, cambiamole noi.

Costituiamo una nuova banca del popolo che abbia il divieto statutario di investire i risparmi dei cittadini nei mercati finanziari, con l'unica eccezione per i titoli di stato. Che abbia lo scopo di remunerare il risparmio dei cittadini, investendolo nell'economia reale, prestandolo ad aziende e famiglie perché tornino a creare ricchezza e benessere.

Facciamole fallire noi quelle banche che si ostinano a fare finanza. Ritiriamo i nostri risparmi per portarli nella banca del popolo.

Chiediamo che i soldi investiti nei prodotti truffaldini che ci hanno propinato ci vengano rimborsati, e se non lo fanno, denunciamoli alla magistratura. 

Perché con quei prodotti, con artifizi e raggiri ci hanno tratto in inganno, al fine di perseguire un indebito profitto: art. 640 codice penale.

GUIDO GROSSI

e-mail di Guido : info@locandadeltempo.it
Tel. 3391625170
Guido Grossi su Facebook: cliccare qui.

giovedì 19 luglio 2012

NORD E SUD di Lorella Presotto

Questo articolo prende lo spunto dalla vicenda di questi giorni del possibile commissariamento della Regione Sicilia.
r. v.


Sicilia sta a Italia, come Italia sta a Europa.
Non si tratta di una nuova equazione, quanto di una riflessione.
Chissà perché, in ogni parte del pianeta il Nord si trova sempre contrapposto al Sud, e non intendo solo geograficamente.
I paesi del nord si sentono sempre legittimati a stigmatizzare i pelandroni del sud. Lo fanno Germania, Olanda e Finlandia con i paesi del sud Europa e lo fanno i settentrionali italiani con i loro connazionali meridionali.
Dove nasce questa forte spinta all’attrito sociale? Perché il fatto di nascere in diverse posizioni geografiche induce ad evidenziare una differenza, che nella sostanza non esiste ? La distanza chilometrica non identifica la specie. Che si nasca a Milano o a Palermo abbiamo tutti due gambe, due braccia, una testa e un cuore. Che cosa fa la differenza?
A partire dagli anni sessanta del secolo scorso, la grande industria, che aveva scelto i propri siti nel nord Italia, necessitando di forti ritmi di lavorazione e  non riuscendo a trovare mano d’opera sufficiente nelle aree limitrofe, cominciò a favorire l’immigrazione di una grossa fetta di popolazione meridionale.
Viene spontanea immediatamente una domanda. Se le parti fossero state invertite ? Ovvero, se i siti industriali fossero stati creati al sud, sarebbe stato indotto allo stesso modo il flusso migratorio?
L’ascesa nelle città industrializzate del nord di una fiumana di gente, cominciò a far emergere immediatamente l’aspetto più critico: alloggi e infrastrutture erano insufficienti; la cultura era diversa, perché  fondata su forte appartenenza territoriale;   i mezzi di comunicazione e informazione avevano primarie caratteristiche rudimentali; pertanto l’arrivo di questi sconosciuti meridionali, provocava disagio e diffidenza.
La politica nazionale fu incapace - o forse semplicemente disinteressata - di regolamentare i flussi e di creare infrastrutture in tutto il paese per agevolare una distribuzione più equa della produzione e della popolazione.
Le aziende dal canto loro, in pieno fermento produttivo, avevano bisogno di strade, ferrovie, porti, per il trasporto delle loro merci, che nel sud Italia erano quasi del tutto inesistenti.
Quando finalmente lo Stato diede il via ad un primo piano di infrastrutture, la grande industria aveva già impiantato i suoi plessi produttivi, e si era già verificata la disomogenea distribuzione della popolazione.
Nelle città del nord cominciarono a sorgere una serie di alloggi, costruiti a caso, privi di pianificazione, distanti da presidi commerciali e sanitari.
L’immigrato viveva la condizione di sentirsi straniero nel proprio paese, perché portatore di diversi usi e costumi; alienato dai turni nella fabbrica, chiuso tra quattro mura per ore, abituato invece a vivere e lavorare in spazi aperti.
Queste condizioni, unitamente ad un tessuto sociale fertile - bassa scolarizzazione e povertà - favorirono l’insorgere della micro criminalità.
Quello fu l’ istante storico nel quale si realizzò il conflitto tra nord e sud.
La classe dirigente si appropriò degli squilibri, delle istanze, dei disservizi, delle situazioni criminose, e le trasportò sullo scenario politico iniziando a strumentalizzarli per i propri fini.
La diatriba si svolse per oltre un cinquantennio sul reciproco gioco di questa o quella parte politica , che si poneva a difesa del nord contro il sud, e vice versa.
L’unione del popolo italiano non si realizzò. Lo scontro sociale fu da allora per sempre lo strumento di potere della classe politica. Fu adattato nei decenni successivi, in particolare negli anni settanta, modulato, sulla scorta di molti eventi tragici .
Questo orchestrato gioco non si é mai più fermato: anche oggi lo scontro sociale é una delle potenti armi nelle mani del potere, adattabile a qualsiasi situazione o contesto storico, di grande efficacia per mantenere frantumata una forza che se unita sarebbe travolgente.

Lorella Presotto
  

venerdì 13 luglio 2012

THE GLASS-STEAGALL ACT – parte seconda di L. Presotto e M. Lodi Rizzini

Con la prima pubblicazione sul Glass-Steagall (per leggerla cliccate qui),  abbiamo voluto sottolineare l’importanza di questo atto che dal 1933 al 1999 ha protetto le economie mondiali.
Non a caso, la questione é stata riaperta, ed é in dibattito in Inghilterra. 
E’  quasi impossibile significare l'importanza strategica del fatto che un gruppo  all'interno dei vertici dell'establishment britannico sia  giunto alla conclusione che il  Glass-Steagall è “ l’unica opzione di sopravvivenza” .  
L’editoriale del Financial Times pubblicato il 3 luglio, a  favore del ripristino del Glass-Steagall è stata seguito,  da una serie di ulteriori dichiarazioni a sostegno,  da parte di personaggi influenti quali Peter Hambro, della vecchia famiglia inglese di banchieri, o da lord Myners già segretario ai servizi finanziari del governo Gordon Brown e banchiere della sfera dei Rothschild. 
Ha ribadito il suo sostegno al Glass-Steagall anche Terry Smith, un “top banker” della City che già aveva chiesto un ritorno al Glass-Steagall dopo il fallimento nel 2008 di Lehman Brothers e AIG. 
In Italia, il Corriere della Sera, è uscito venerdì scorso inneggiando  una grande spinta per il ritorno del  Glass-Steagall attraverso un articolo di Massimo Mucchetti, conosciuto per essere stato molto vicino a Romano Prodi e agli interessi di De Benedetti . 
Tutte queste azioni sono state adottate con la piena consapevolezza che la lotta per il Glass-Steagall è stata portata avanti negli anni, negli Stati Uniti e in Europa, da Lyndon La Rouche unica persona qualificata per progettare il ritorno al Glass-Steagall e ad un sistema di valute sovrane a tassi di cambio fisso nella regione trans-atlantica. 
Nelle discussioni con i colleghi di oggi, La Rouche ha sottolineato che "un gruppo di persone responsabili in Gran Bretagna é arrivato alla conclusione  che “é necessario un immediato ripristino del Glass-Steagall Act”. 
LaRouche ha aggiunto, : "Questo significa anche che non si può più tollerare che Obama rimanga  in carica”.  
I britannici dunque, appoggiando di fatto il ritorno del Glass-Steagall  si sono altresì  impegnati ad affondare l’attuale Presidente Obama.
Non solo, ma il gruppo Londinese é giunto alla conclusione che  “il sistema é già saltato” , e che é urgente agire al fine di salvaguardare gli interessi britannici, e dunque rimuovere Obama. 
I crimini di Obama sono ormai evidenti:  da Fast and Furious in poi, tutto il fiume di denaro proveniente dal traffico di droga  è servito  a finanziare la sua elezione  nel 2008, per gentile concessione di George Soros. 
La questione reale che però sta dietro la rimozione di Obama,  è che lui , Geithner e Bernanke sono i maggiori ostacoli per il ripristino  immediato del Glass-Steagall.   LaRouche ha infatti commentato lo scorso venerdì  "il  Glass-Steagall è l'operazione che terminerà la presidenza Obama." 
Un’altro fianco si é ulteriormente  aperto:  lo scandalo dei brogli LIBOR.
Negli scorsi giorni  il Serious Fraud Office britannico (SFO) ha annunciato un'indagine penale sulla fissazione dei tassi che determinano la quasi totalità dei mutui a tasso variabile,  e i tassi delle carte di credito in tutto il mondo. 
L'indagine sarà coordinata con le forze dell'ordine negli Stati Uniti, Giappone e tutta l'Europa continentale. 
Una sorta  di  Commissione Pecora  su scala globale,  ferocemente soppressa nel 2008. 
Lo scandalo LIBOR è di così vasta dimensione,  e coinvolge tante tra le peggiori banche trans-atlantiche , che non può più essere nascosto. I banchieri stanno per essere arrestati per crimini di alta finanza.  (sic!). 
Un’altra questione spinosa  non può essere trascurata o sottovalutata:  il ruolo della Russia e del suo Presidente che  non ha precluso la possibilità di una guerra. Putin e i generali russi hanno più volte avvertito che qualsiasi movimento per il cambiamento di regime in Siria o in Iran potrebbe portare ad una guerra termonucleare di estinzione. 
La combinazione tra la volontà russa, e gli sforzi per evitare la guerra da parte dei vertici militari statunitensi, a cominciare dal Capo di Stato maggiore congiunto, il generale Martin Dempsey  ha fatto sì che i britannici recedessero dal calendario di guerra stabilito lo scorso anno. Le  guerre in Siria e in Iran, seguendo da vicino le orme del rovesciamento e l'assassinio di Gheddafi in Libia, sono  state finora arrestate, anche Hollande e Hillary  Clinton,  continuano a buttare benzina sul fuoco che potrebbe bruciare la casa in cui vivono.
Al centro  di questa tensione mondiale, con una ravveduta  Inghilterra, una lotta intestina tra gli alti poteri statunitensi, la pressione continua della sfera lobbistico-finanziaria, si trova l’Europa. 
Strattonata, in balia delle speculazioni e di classi dirigenti incapaci d riconoscere i propri errori, e che testardamente  inseguono la strada del suicidio di massa. Ancora non hanno chiaro quale sarà il carro dei vincitori sul quale salire.
Le popolazioni sono  sull’orlo della rivolta; le sacche di povertà  si allargano sempre più; la deindustrializzazione dei paesi del sud Europa, in particolare dell’Italia é ormai quasi completata; il welfare- state italiano é completamente sbriciolato; i capitali  prendono il volo verso oscuri lidi dai quali non ritorneranno mai più. Sono in pericolo i beni pubblici a causa delle scellerate privatizzazioni.
La mancanza di scrupoli, di onestà, di amor di patria della classe politica ci ha condotti verso un momento epocale  privo di certezze e di progettualità, senza ordine né diritto. 

Lorella Presotto
Massimo Lodi Rizzini