Estate torrida, piogge rade e insufficienti, torna così l'incubo dell'acqua.
Nonostante nella primavera appena passata, le precipitazioni siano state abbondanti, il nostro paese dopo solo sessanta giorni di caldo sembra essere prossimo al default da rifornimento acqua.
Comuni e province annunciano piani austeri di razionamento dell'acqua, divieto di bagnare orti e giardini, divieto di lavare auto; acqua dispensata solo in alcune ore della giornata.
Eppure se prendiamo una qualsiasi pubblicazione che parla di risorse idriche, il nostro territorio viene più o meno descritto così:
"L'Italia è il Paese dell'Europa meridionale più ricco di risorse idriche: contornata a nord dalle Alpi, ricchissime di corpi idrici (vale a dire depositi d'acqua dolce di qualsiasi natura essi siano, purché raggiungano una portata minima convenzionale), la Penisola e le due isole maggiori contano ben 69 laghi naturali di superficie pari o superiore a 0,5 km², 183 bacini artificiali con oltre 1 km² di superficie, cui vanno aggiunti ben 234 corsi d'acqua e fiumi di una certa rilevanza a livello idrico ed ambientale[1]. Inoltre, i corpi idrici superficiali e sotterranei destinati alla potabilizzazione sono quasi 500, e 400 sono i laghi a partire da 0,2 km² di estensione, andando a consolidare, così, un'abbondanza di risorse idriche già fisiologicamente presenti sul territorio sia naturalmente che artificialmente".
Non sembra la descrizione di un paese che dovrebbe essere affranto dalla carenza d'acqua!
Lo scrivente e pensante, si pone una domanda ? Dove finisce tutta l'acqua?
Sappiamo bene che i cittadini italiani hanno dovuto ricorrere ad un referendum per fermare la follia di liberalizzazione dell'acqua, che sarebbe finita nelle mani di speculatori senza scrupoli a grave danno di tutta la popolazione. Nonostante l'esito referendario, su richiesta di una associazione di cittadini, è dovuta intervenire con forza la Consulta, per fermare il Governo della Città di Roma che in barba al referendum e senza legittimità, stava già attuando la liberalizzazione dell'acqua pubblica.
L'acqua é un elemento indispensabile per la vita di qualsiasi creatura e del pianeta stesso. Non può cadere nella mani di speculatori senza coscienza.
In Argentina la privatizzazione dell'acqua potabile ha portato ad una situazione di regresso socio-sanitario. Milioni di persone che non potevano permettersi di acquistarla sono rimasti privi d'acqua e di servizi fognari. Molte malattie che erano scomparse sono riemerse, in particolar modo nell'infanzia a causa del consumo di acqua putrida e stagnante. Migliaia di bambini sono morti. Gli ospedali erano continuamente in stato di emergenza a causa dei numerosi ricoveri di persone disidratate.
Le società che si appropriano dei beni pubblici, li sfruttano al massimo, rivendono beni e servizi a prezzi folli, escludendo così ad una grossa parte della popolazione l'accesso al bene; non investono, spremono fino all'ultima goccia risorse e strutture, abbandonando poi il paese al suo tragico destino.
Secondo il rapporto dal Co.vi.ri. la situazione nel nostro Paese:
".. è pessima, a fronte di oltre otto miliardi di metri cubi d'acqua immessi ogni anno nella rete degli acquedotti, 2,6 miliardi, oltre il 30% della quantitá totale, si perdono per strada, dispersi dalle falle nella rete o rubati. Considerando che per mettere l'acqua nelle condutture e pomparla nella rete serve energia ad un costo di 0,87 euro a metro cubo, il danno totale che deriva dalla cattiva gestione degli acquedotti italiani ...."
Chi é il Co.vi.ri? E' la Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche. Chi sono i membri? Manager nominati dalla Politica.
Ancora una volta il piano è lo stesso di sempre: si crea il problema. Quando l'opinione pubblica chiederà la soluzione sarà disponibile ad accettare qualsiasi spiegazione e qualsiasi soluzione.
Quale sarà la soluzione che ci proporranno? Dal momento che lo Stato si trova in grandi difficoltà finanziarie e quindi incapace di investire nei servizi idrici, ancora una volta ci prospetteranno la soluzione nella liberalizzazione (sic!).
Questo gioco però ormai lo conosciamo bene e dunque cosa possiamo, anzi dobbiamo fare?
Dobbiamo noi stessi, popolo proprietario delle risorse idriche del territorio , VIGILARE E DENUNCIARE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA OGNI AZIONE SOSPETTA RICONDUCIBILE AD UNA MALA GESTIONE O AD UN'APPROPRIAZIONE INDEBITA DELLA NOSTRA ACQUA.
LA MAGISTRATURA ONESTA E' CON NOI, E NOI SIAMO CON LA MAGISTRATURA ONESTA.
NON CADIAMO ANCORA NELLA TRAPPOLA!
Lorella Presotto
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