MI DISSERO
CHE
DOVEVO
ANDARE CON LORO
A
METTERE A POSTO
DELLE BICICLETTE.
C'ERA
ANCHE
UNA RAGAZZA
CON LORO.
MI FIDAI,
NON
AVEVO MOTIVO
DI DUBITARE.
POI,
QUANDO
FUMMO PER USCIRE,
IN DUE
MI AFFERRARONO
ALLE SPALLE,
IL TERZO
MI AFFERRO' PER DAVANTI.
LA RAGAZZA,
RIDENDO,
SI MISE
SULLA PORTA
PER
AVVISARE
SE
FOSSE
ARRIVATO QUALCUNO.
MI TRASCINARONO
NEL SOTTOSCALA
E MI FECERO
DI TUTTO.
SVENNI
E
QUANDO MI RIPRESI
ERO CONFUSO
E ISTUPIDITO.
FUI UN VIGLIACCO,
NON PARLAI
PERCHE'
MI VERGOGNAVO.
MI SCHERNIRONO
PER ANNI.
POI LORO DIMENTICARONO.
IO NO.
L'ESTATE SCORSA,
A UNA FESTA CAMPESTRE
RICONOBBI
UNO DI LORO.
STAVA APPOGGIATO
ALLA MOTO, FORSE UN PO' BEVUTO,
E MI RICONOBBE.
LO GUARDAI:
SORRISE DIVERTITO,
CON LA STESSA
ESPRESSIONE
DI ALLORA.
ANCORA OGGI
E' IL PIU' FORTE DEI DUE:
ROBUSTO, CORPULENTO, PUO'
INCUTERE TIMORE.
MA GLI HO SPUTATO
ADDOSSO
LO STESSO.
R. V.
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