venerdì 6 aprile 2012

ASSASSINO

PRIMA ERA VENUTA LA RABBIA,
L'UMILIAZIONE,
L'OFFESA.
POI IL GRIDO
L'ALTRO CON LA VOCE ROCA,
SIBILANTE
SUL SUO VISO,
LA BAVA DELL'ALTRO
SULLE MANI E SUL VISO.
POI I COLPI, I PUGNI
IL DOLORE
E LA FRUSTRAZIONE
E POI
UNA RABBIA PIU' GRANDE
CHE CHIEDEVA
GIUSTIZIA
CHE VOLEVA
SODDISFAZIONE.
E NON CONTAVA
ORA PIU' NULLA
LA CASA
IL CONTO IN BANCA
L'ONORE
E LA PROFESSIONE.
SOLO
IL BISOGNO
ANIMALE
DI VITTORIA
E DI SOPRAFFAZIONE
CONTRO
QUEL MURO DI MUSCOLI
CHE
LO SCHIACCIAVA.
ED ECCO
LA MANO SUA
SPASMODICAMENTE STRETTA
SU
UNA PIETRA.
E GIU' COLPI
DOPO COLPI
E
IL MACIGNO DI MUSCOLI
CHE VACILLA
IMPROVVISAMENTE
E L'ALTRO
ORA GRIDA
DI DOLORE
COME UNA BESTIA FERITA.
E ANCORA,
CON LA PIETRA
E LA MANO
INSANGUINATE,
LE DITA DOLORANTI,
FORSE SPEZZATE,
ANCORA
CON LA PIETRA
IMPUGNATA
CON ENTRAMBE
LE MANI.
POI, IL CORPO MASSICCIO
CHE S'ABBANDONA
INDIFESO,
LA GIOA BELLA E SELVAGGIA
DELLA VITTORIA.
IL COLPO FINALE,
IL RUMORE
DEL CRANIO
CHE SI SPEZZA.
POI,
IL FIELE IN BOCCA,
IL SUDORE
DAPPERTUTTO
E TUTTO QUEL SANGUE.
SILENZIO CHE PULSA.
L'ALTRO GIACE
IMMOBILE.
POI, IL SASSO
GETTATO VIA
E LA FUGA
DISPERATA,
CON LE GAMBE TREMANTI
E LE LACRIME
CHE SCORRONO
COPIOSE
SUL VOLTO.
PERCHE',
DOPO,
PIU'
GRANDE
DI TUTTE
ERA
LA SENSAZIONE
CHE ASSIEME
ALLA VITA
DELL'ALTRO
SE NE ERA
ANDATA ANCHE
UN PO'
DELLA SUA,
CHE
QUALCOSA DI GRANDE
ERA PERDUTO
PERDUTO
PERDUTO
E NON
SAREBBE
TORNATO MAI PIU'.

R. V.

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