mercoledì 25 aprile 2012

APPELLO AL MONDO DELLE ASSOCIAZIONI E DEL VOLONTARIATO

La nostra società civile è di una ricchezza meravigliosa. Le forme di aggregazione sociale che esprime sanno essere belle, generose, serie, competenti. Rappresentano, insieme al mondo della produzione reale e del lavoro, una forza fondamentale a sostegno del tessuto sociale della nazione, per altri versi fragile e lacero.

Nell'associazionismo e nel volontariato noi cittadini italiani siamo riusciti a ritagliarci lo spazio per coltivare valori come cultura, solidarietà, giustizia, accoglienza, rispetto e amore per l’ambiente che ci ospita, rispetto e amore per i beni comuni.

Tutti valori, purtroppo, negati dalla prevalente cultura del consumismo, della giustificazione del profitto e del successo a tutti i costi.

Nelle nostre associazioni sappiamo esprimere una competenza tecnica approfondita, in grado di definire e avanzare proposte eccellenti, concrete, capaci di rendere migliore la nostra civile convivenza.

Per scelta legittima, le nostre associazioni hanno sempre preso le distanze dai partiti politici. La realizzazione degli scopi sociali è stata perseguita con il nostro personale l’impegno e presentando istanze e richieste alle istituzioni pubbliche, laddove necessario.

Eppure, sempre più spesso, quelle proposte restano inascoltate.

Quale sconsolante contrasto con lo scenario politico: corruzione, malaffare, sprechi, ingiustizie macroscopiche, privilegi intollerabili e tanta, tanta mancanza di buon senso e di buona fede!

La gestione della cosa pubblica è stata mercificata. Ogni iniziativa è vista in funzione esclusiva dei costi e dei vantaggi economici che se ne possono ricavare. Quasi sempre, solo per pochi privilegiati o conniventi. Ogni altro valore è diventato secondario. Il prevalere incondizionato degli interessi privati ed il mito del profitto e della crescita economica hanno distorto i rapporti politici.

E stanno stravolgendo la vita di tutti noi, con una accelerazione inattesa.

Siamo rimasti vittime delle lusinghe del consumismo e della crescita economica, disvalori che i mass media ci hanno inculcato per decenni. Abbiamo coccolato l’idea di un benessere diffuso... per svegliarci, in questi mesi, in una specie di incubo. Per scoprire che i nostri figli non trovano un lavoro decente, che i nostri amici lo perdono, che l’Italia rischia il fallimento, che i servizi sociali non possono più essere mantenuti.

La politica non trova soluzioni accettabili. Solo sacrifici scaricati sulle fasce meno rappresentate e meno tutelate.

I mercati finanziari mostrano ora il loro vero volto, e ci minacciano. E li scopriamo più forti, importanti e potenti degli stessi politici che dovrebbero controllarli e contenerli.

Appare sempre più evidente che le scelte della politica sono indirizzate dai creditori esteri e dai mercati finanziari. Cominciamo a vedere, con occhi increduli, che le Istituzioni dell’Unione Europea non sono quella cosa seria e responsabile che avevamo immaginato, da contrapporre all’Italia sprecona e corrotta. Non esiste l’Europa dei cittadini e dei popoli. Scopriamo con smarrimento che le Istituzioni di questa Unione - che non conosciamo, non controlliamo, non sappiamo come funziona - antepongono gli interessi della finanza internazionale a quelli dei cittadini europei. E per tutelare quegli interessi, Governo dei tecnici e partiti politici nel Parlamento, indirizzati dalla Banca Centrale Europea e dall’Unione Europea, sono disposti a sacrificare i più deboli, a imporre sacrifici tanto ingiusti quanto insensati a chi, onestamente, non può più sopportarli.

Chiunque abbia un minimo di buon senso e di onestà intellettuale vede che la crisi economica che stiamo vivendo nasce dagli eccessi della finanza. Continuiamo a scontare nell’economia reale - e nella vita di tutti i giorni - le follie perpetrate dalla speculazione internazionale; l’assurdità delle bolle speculative mai contrastate dalle banche centrali e dalle istituzioni che paghiamo per controllarli; le distorsioni di un sistema bancario che non presta soldi alle imprese ed alle famiglie, per favorire, invece, la speculazione più cinica, si elargisce privilegi ingiusti e non paga mai per i propri errori.

E’ una crisi di valori, una crisi sociale di proporzioni devastanti, che sta stravolgendo, in pochi mesi, la fiducia nel nostro futuro.

Come altro giudicare il fatto che si ritenga accettabile che mille miliardi di euro (cifra inconcepibile!) possano essere concessi ad un sistema bancario privato i cui problemi affondano le radici proprio nel predominio e negli errori della finanza? Nessuno dei responsabili è chiamato a pagare per quegli errori, mentre i governi scelgono di scaricare il costo del salvataggio sulla cittadinanza, imponendo sacrifici di lacrime e sangue alle popolazioni già duramente provate dalla crisi.

Non è forse evidente che la scelta è politica, e non tecnica?

Quei mille miliardi di euro potrebbero essere utilizzati per creare milioni di veri posti di lavoro, per realizzare i bisogni della popolazione, per finanziare le innumerevoli iniziative che le nostre associazioni propongono, ma non trovano riscontro né ascolto.

La politica oggi sceglie, colpevolmente, di privilegiare alcuni interessi, e non altri!

E’ vero, come cittadini abbiamo la colpa di aver smesso di interessarci in prima persona della gestione della cosa pubblica, abbiamo abdicato al dovere di capire, di giudicare. Ci siamo affidati, convinti che la complessità del mondo moderno fosse al di fuori della nostra possibilità di comprensione e governo. Ci siamo spersi nella vastità della polis globale.

Ma non avremmo mai creduto possibile che al profitto ed ai mercati sarebbero stati sacrificati valori irrinunciabili come la dignità della vita umana, la centralità del lavoro, la sostenibilità sociale ed ambientale.

La disperazione degli imprenditori che si suicidano, dei giovani che non trovano un lavoro decente e non hanno un futuro, di donne ed uomini licenziati prima di poter maturare una pensione, la convinzione, sempre più evidente, che tasse e licenziamenti non potranno farci stare meglio, ma servono solo per favorire gli interessi di pochi ricchi, cinici, speculatori.

Tutto questo è inaccettabile.

Chi ci rappresenta e governa non è più in grado di rispondere ai più elementari principi dell’etica politica. Ignora quei valori di giustizia e solidarietà che ci spingono a regalare il nostro tempo e le nostre energie alle aggregazioni della società civile.

E’ venuto allora il momento anche per il mondo delle associazioni e del volontariato di domandarsi se la scelta di mantenere le distanze dai partiti e dalla politica sia ancora corretta. Chiediamoci, senza pregiudizi, se la scelta sia compatibile con la distanza abissale che continua a crescere in maniera preoccupante fra cittadini e classe politica dirigente, fra le richieste sane di chi si dà da fare in prima persona per un mondo più umano, e chi, per egoismo e meschino interesse economico, quel legittimo desiderio di umanità nega a tutti noi.

E’ tempo di reagire. Le scelte politiche che ci impongono i mercati, e che la classe politica adotta acriticamente pur di mantenere i propri privilegi, sono tanto ingiuste quanto pericolose. Ci portano alla rovina. Ci stanno condannando ad una recessione profonda.

C’è un enorme bisogno di buon senso. Un enorme ed urgente bisogno di rimettere la persona umana, con il suo bisogno insopprimibile di socialità e solidarietà, al centro dei nostri pensieri.

Le energie sane che utilizziamo per custodire quei valori nel mondo delle nostre associazioni, possono essere una risposta vincente per ristabilire un equilibrio più umano nella nostra società.

Dobbiamo domandarci se la distanza mantenuta nei confronti della classe politica sia ancora una legittima difesa.. O un errore, una omissione, una colpevole mancanza di coraggio nel vedere come stiano realmente le cose.

E’ tempo di aprire bene gli occhi.

Gli eccessi della finanza hanno creato nei decenni passati, fra una bolla speculativa ed un’altra, una ricchezza di carta di proporzioni immani. Ricchezza di carta che ha perso ogni ragionevole contatto con la vera produzione di beni reali e di servizi utili ai cittadini. Si è concentrata nelle mani di pochi, ed in quei pochi ha concentrato un potere di condizionamento enorme, capace di asservire ai propri obiettivi le scelte della politica ma anche dell’informazione, della ricerca, della giustizia, delle autorità di controllo, delle istituzioni sopra nazionali.

Non è sostenibile, quella ricchezza di carta. E’ destinata a sgonfiarsi. Ma prima che ciò avvenga, il potere di pochi farà di tutto per non disperdere quel patrimonio. E’ disposto, cinicamente, a mandare in rovina intere popolazioni, a causare recessione e povertà. Perché in quelle condizioni di disperazione di molti, potrà trasformare, a condizioni per se vantaggiose, la ricchezza di carta in beni reali, acquistando a prezzi di saldo aziende, case, terreni, immobili, patrimonio pubblico e privato messo in svendita per sopravvivere.

Così sta accadendo in Grecia - nel silenzio colpevole dell’informazione ufficiale. Così accadrà presto in Spagna, in Portogallo, nella nostra Italia. Se non corriamo ai ripari.

Abbiamo, tutti, la responsabilità di capire, di interrogarci, di darci risposte. Senza veli e senza pregiudizi. Abbiamo tutti noi, come singoli e come associazioni, il dovere, etico, politico, umano, di impegnarci in prima persona.

I partiti tradizionali hanno perso la forza di rigenerarsi, perché i privilegi che la classe dirigente si è ritagliata la rendono connivente con le scelte scellerate della finanza; invischiata con un mondo degli affari in maniera che la rende inadeguata - non interessata - a rispondere ai bisogni della cittadinanza.
Come società civile, allora, abbiamo il dovere civico di mobilitarci. Come mondo delle associazioni e del volontariato dobbiamo trovare il coraggio di compiere quel passo che solo pochi mesi fa sembrava impensabile: dobbiamo farci movimento politico, nuovo interprete dei bisogni che sono i bisogni primari, insopprimibili, irrinunciabili, stampati nella mente e nel cuore di ognuno di noi, cittadini volontari ed associati.

Già da mesi sono nate nel paese forme nuove di movimenti, liste elettorali, soggetti politici che interpretano questa esigenza di rispondere ai bisogni più elementari di giustizia e solidarietà ignorati dalla politica ufficiale.

Nelle ultime settimane queste realtà si cercano, si confrontano, sono in cammino per realizzare il desiderio comune di aggregarsi, per dare consistenza a quello che sembrava irrealizzabile solo poco tempo fa.

Una alternativa è possibile.

Non c’è il tempo per creare una nuovo soggetto politico. Ma sicuramente è possibile arrivare ad una lista elettorale comune, in grado di aggregare le migliori realtà e dare spazio alle migliori iniziative che la società civile sa esprimere.

Esiste il pericolo, reale, che vecchia politica e nuovi avventurieri cerchino di infiltrarsi, di strumentalizzare la buona fede e la buona volontà di tutti, cavalcando l’antipolitica con intenti destabilizzanti e di deriva democratica. Ne siamo consapevoli, e terremo gli occhi aperti. Per questo motivo chi ha iniziato il cammino, ha deciso di porre alcuni paletti, a tutela e garanzia di tutti noi.

Sarà adottato all’interno del movimento il metodo decisionale basato sulla democrazia diretta e partecipata. Sarà esclusa la possibilità di alleanze elettorali con partiti tradizionali. Saranno studiate modalità di controllo sull’operato dei candidati.

Il movimento Per Una Lista Civica Nazionale, insieme ad altre realtà similari, stanno organizzando un incontro nazionale per fine maggio, per dare inizio a questo cammino.

Qui c’è il testo dell’invito:

http://www.perunalistacivicanazionale.it/groups/evento-nazionale-maggio-2012/docs/bozza-di-lettera-prodotta-durante-la-riunione-skype-del-28-mar-2012-per-invitare-a-copromuovere-levento-nazionale-di-maggio-2012

Aderisci all’iniziativa: http://www.perunalistacivicanazionale.it/adesione-al-progetto/

Contattaci, e conferma che la tua associazione ha scelto di impegnarsi in prima persona, partecipando all’incontro nazionale, sostenendo i futuri impegni del movimento, perché ne condivide gli intenti.

Scegliamo, noi tutti, di rendere possibile quel cambiamento di cui abbiamo un grande bisogno: dipende solo dalla nostra volontà. Ci meritiamo un mondo migliore, costruiamolo insieme!

La polis è nostra. Se la politica attuale non interpreta, non riconosce e non risponde ai nostri bisogni primari, dobbiamo avvertire nel momento del bisogno la responsabilità di ripensare il nostro rapporto con la politica, anche attraverso un nostro impegno diretto, come singoli e come associazioni.

Non è breve il cammino, né sarà privo di ostacoli e difficoltà. Ma dal mondo delle associazioni vogliamo prendere in prestito ed adottare un motto, che ci serva da stimolo ad andare avanti, con fiducia:

“Fra il dire e il fare c’è di mezzo... Il cominciare”.

Con coraggio, forza di volontà, fiducia in noi stessi, nel valore e nel potere della società civile, tutti insieme: cominciamo!


Guido Grossi

Aderente al progetto Per Una Lista Civica Nazionale
Coordinatore dell’assemblea di Cittadinanzattiva di Spoleto
Membro dell’Associazione Articolo 53
Membro dell’associazione ARDeP
Membro della Croce Rossa Italiana, gruppo donatori sangue di Spoleto

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