mercoledì 18 aprile 2012

LA CASTA HA VOTATO A FAVORE DEL PAREGGIO DI BILANCIO: E' L'INIZIO DELLA FINE.

(AGI) - Roma, 17 apr. - Entra nella Costituzione il pareggio di bilancio: il ddl, gia' approvato in prima deliberazione dai due rami del Parlamento e in seconda deliberazione dalla Camera, ha ottenuto oggi il via libera definitivo a Palazzo Madama nel quarto e ultimo passaggio parlamentare. E' stato approvato con il quorum dei due terzi degli aventi diritto (era 214 su 321, i si' sono stati 235) e questo impedisce il ricorso al referendum confermativo.
Il nuovo articolo 81 della Costituzione afferma che "lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all'indebitamento - si legge nella riformulazione dell'articolo 81 - e' consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali" tra cui sono incluse "gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamita' naturali'".

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Che cosa significa tutto questo?
Significa che l'Italia ha di fatto rinunciato a quel minimo di sovranità che ancora le restava in materia di economia, fiscale e monetaria e l'ha ceduta all'oligarchia finanziaria della UE.
Significa consegnarci legati mani e piedi all' ESM (v.qui) , significa che lo Stato Italiano non avrà più la possibilità di decidere in autonomia sulla spesa pubblica, significa che non siamo più uno Stato indipendente.
Ve lo ricordate? "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." ( art. 1 della Costituzione Italiana)
Ebbene, dimenticatevelo. Adesso recita così:
"L'Italia è uno Stato vassallo dell'Oligarchia Finanziaria UE alla quale ha consegnato la propria sovranità."

Tutto questo è avvenuto con l'accordo di quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento e nel silenzio quasi tombale dei media. 

A presto

R. V.

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