ERA UN INVERNO
FREDDO
E PIOVOSO
IL CIELO
PIANGEVA
SOPRA UDINE
L'ITALIA
ENTRAVA
NELL'INIZIO
DELLA
SUA FINE
ACCOMPAGNATA
DAL GRUGNITO
DEL TRICHECO RAZZISTA
E DAL SORRISO IDIOTA
DEL
PAGLIACCIO TELEVISIVO
IL DISORDINE
REGNAVA SOVRANO
NELL'APPARTAMENTO
E NE' IL TABACCO
NE' LA MARIA
BASTAVANO
A CALMARCI
LE TELE, I COLORI
GIACEVANO
IN UN ANGOLO
INUTILIZZATI
ORMAI
DA SETTIMANE;
LA MACCHINA PER SCRIVERE
DORMIVA
DI UN SONNO
CHE SEMBRAVA
SENZA RISVEGLIO
SENZA TALENTO
MI AVEVA DETTO
E FORSE
AVEVA RAGIONE
MA
GLI AVEVO RISPOSTO
ALLO STESSO MODO
ANCHE
SE NON LO PENSAVO
NON L'HO PENSATO MAI
ERA UN VERO
ARTISTA
MAI
AVEVO VISTO
UN TRATTO
COSI' SICURO SENSIBILE
E NERVOSO
AL TEMPO STESSO,
I DETTAGLI CURATI
FINO ALL'OSSESSIONE
MA ORMAI
LITIGAVAMO
PER
UN NIENTE
E SPESSO
ERAVAMO
FATTI O UBRIACHI
DI BIRRA
E MATTI
ERAVAMO
GIA' DI NOSTRO
NIENTE
NEANCHE
UNA PAROLA
MI
USCIVA
FISSAVO
CON ODIO
IL FOGLIO BIANCO
LUI
ANDAVA IN GIRO
PER NEGOZI
A PROPORRE
MINIATURE ANTICATE
DELLA CITTA'
CAGATE COSI'
CHE
SVILIVANO
L'ARTISTA CHE ERA
UN GIORNO
GLI DISSI
SENTO
CHE BERLUSCONI
STA VINCENDO
ANCHE NOI
IL GRANDE VUOTO
ANNIENTA
ANCHE
LA NOSTRA ANIMA
E LUI
FECE L'ERRORE
DI CREDERCI
INGENUO
CHE NON ERA ALTRO
ORMAI
PADRONA
DELLE NOSTRE
CONVERSAZIONI
ERA
LA BOTTIGLIA
IO
SCRIVEVO STRONZATE
PEGGIORI FORSE
DI QUELLI
CHE
I PENNIVENDOLI
DEL MESSAGGERO VENETO
E DI ALTRI GIORNALI
DEI PADRONI
HANNO IL CORAGGIO
DI DEFINIRE ARTICOLI
ANCORA UN PO'
E
AVREI
POTUTO
GUADAGNARMI DA VIVERE
PROSTITUENDOMI
COME LORO.
LUI
IMBELLETTAVA
FAESITI
E TELE
CON I COLORI
CHE
PIACEVANO
ALLE DONNETTE
DELLA
PICCOLA BORGHESIA UDINESE.
CHE SCHIFO.
UN GIORNO
MI RICORDO
INCIAMPO'
IN UNA BOTTIGLIA
DI MORETTI
CHE
AVEVO LASCIATO
SUL PAVIMENTO
E LITIGAMMO FURIOSAMENTE
LO PIANTAI
IN ASSO
E
NON CI
PARLAMMO
PIU'
PER ANNI
ERA UN ARTISTA VERO
COME
CE NE SONO POCHI
MA
LA SOLITUDINE
PUO'
ABBATTERE
FACILMENTE
ANCHE
CARATTERI
BEN PIU' FORTI
DEL SUO
COSI'
DI SUO
RIMASE POCO
TROPPO POCO
ANCHE SE ADESSO
QUALCHE CRITICO
SE LO FILA
GLIELO DICO SEMPRE
QUANDO
VADO
A TROVARLO
AL CIMITERO
E LUI
SEMBRA
SORRIDERMI IRONICAMENTE
DALL'AUTORITRATTO
CHE
GLI HANNO
APPICCICATO
SULLA LAPIDE.
R. V.
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