Quante barbe,
non se ne vedevano da tempo,
ma negli aspetti queste persone
non riescono comunque a ricordare la lotta
e sono solo un mimare le caratteristiche più visibili
dell’immagine del partigiano,
dell’idealista e dell’intellettuale:
occhiali neri dalla montatura grossa, barbe, giacchette dai colori tenui eccetera.
Nei canti non si sente per niente la rabbia e l’odore del sangue
che hanno caratterizzato la guerra partigiana.
I figli ed i nipoti dei partigiani
non hanno la forza intellettiva e caratteriale
per capire le dinamiche di un mondo
che hanno trovato già pronto
e che pian piano, però, li sta mettendo in un angolo.
La maggior parte dei presenti
c’è per gratificare la propria incapacità di vivere
e per garantirsi i privilegi famigliari
senza dover spargere una goccia di sangue.
E noi dovremmo fare la rivoluzione
con questo capitale umano
che mima comportamenti
che non sarebbe mai in grado di compiere.
Mima attraverso l’acquisto di quei beni di consumo
che a parole odia.
Ma sono proprio i beni di consumo
che consentono di creare un’immagine falsa
per cercare di illudere gli altri ma soprattutto se stessi,
per poter dire di appartenere a un gruppo,
il gruppo di quelli che stanno dalla parte giusta.
Andrea Meneghetti
(scritto durante la partecipazione ad una inaugurazione di una mostra sui
partigiani al Castello di Zucco in Faedis – Udine)
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